Molti anni fa ho iniziato a notare ciò che io chiamo la Matrix del Dolore intorno a me. Mia Madre soffriva di Diabete (ed anche di Fibromialgia ma non è mai stato diagnosticato) e regolarmente lei mangiava esattamente ciò che i medici le sconsigliava, lei aveva delle crisi, finiva in ospedale (con noi quattro figli a presso) e poi tornava a casa per restare sul divano in agonia per settimane.
Avevo circa 5/6 anni e non capivo questo richiamo, questo balletto micidiale con il dolore, con la sofferenza, volendo vivere in un perenne stato di allarmismo quando sarebbe bastato seguire alcune regole per evitare di stare male.
Mia Madre diceva “Decido io le regole nella mia Vita, nessuno mi dirà come devo mangiare o agire”. Lei considerava la sua presa di posizione come una presa di Potere. Io invece non riuscivo a capire minimamente come ci si potrebbe voler stare male oppure ci si potrebbe mai fare delle azioni deleterie per se stessi sapendo che poi, ci si poteva andare a stare male ed addirittura rischiare di finire in ospedale.
Li ho iniziato a vedere l’illogicità della Matrix del Dolore ma ci avrei messo altri 50 anni a capirla fino in fondo.
Mi ricordo che mi dicevo ogni giorno “Io non vivrò mai nel dolore, mai” “Farò qualsiasi cosa per trattare il mio corpo con rispetto per non finire come mia Mamma” e non riuscivo proprio a capire come mai lei non la pensava nello stesso modo.
Ma la Matrix del Dolore è di una complessità madornale….
E pochissime persone intrappolati nella Matrix riescono vedere le varie versioni della realtà mentre si stiano gestendo dall’interno.
Ma io sono sempre stata una brava osservatrice.
Osservavo le bellissime fidanzate di mio fratello (un cosiddetto maschio alfa, leader, con un fisico prestante ed una personalità carismatica) distruggersi una ad una dietro di lui che, al mio parere, trovava un immensa gioia nell’annientare la loro autostima e renderle pallide ombre delle ragazze gioiose che erano entrate in casa nostra sei, dodici mesi prima. Ci separano dieci anni di differenza ed io mi ricordo di aver passato ore ed ore nel cercare di capire come mai queste bellissime donne andavano dritte nel fuoco come degli insetti attirati da una lanterna di notte. Certe si conoscevano tra loro e pur sapendo come si era finita in tragedia quella in precedenza, queste bellissime donne facevano la fila per mio fratello. E io osservavo la Matrix del Dolore.
Guardavo alla mia altra sorella che si sentiva non considerata dalla mia madre e combinava continuamente guai di tutti tipi, come anche bruciare una classe nella scuola, in un disperato tentativo di ricevere attenzione, anche se l’attenzione ricevuto in seguito alle sue bravate non era assolutamente augurabile ad un essere umano. E io continuavo ad osservare in silenzio la Matrix del Dolore.
Mi ricordo la mia migliore amica che aveva una famiglia numerosa ed un padre alcolizzato e donnaiolo che beveva e spendeva tutti i soldi e la famiglia doveva vivere con pochi centesimi alla settimana anche se lui aveva un buon lavoro. Io osservavo le dinamiche di famiglia e mi chiedevo “Chissà per quale motivo sua moglie resta con lui, distruggendosi ogni giorno, umiliata come donna e vivendo in una pseudo stato di povertà quando con un po di coraggio, potrebbe fare qualcosa per poter vivere meglio”.
Ma da piccola osservavo la Matrix del Dolore ma non ero assolutamente in grado di capire la sua complessità…..
Questa comprensione ha iniziato nel 2011 quando mi hanno diagnosticato con la malattia del dolore, la Fibromialgia.
Avevo passato la mia vita ad osservare ed ad analizzare situazioni intorno a me in cui le persone accettavano di vivere nel dolore emotivo e/o fisico senza veramente agire sulle cause, ed il dolore era un mio nemico storico dall’infanzia, e ora ero davanti ad una reumatologa che mi diceva “Hai la Fibromialgia, è incurabile e starai così (praticamente moribonda) a vita. Potrai migliorare un pochino ma comunque questo sarà il tuo Destino”. Mi ricordo ancora l’urlo che ho lanciato nel mio cervello di NOOOOOO, non può essere! Io con una malattia incurabile? Io con una malattia del dolore che mi costringerà ad ospitare uno straniero non gradito e voluto nel mio corpo per tutto il resto della mia vita? Non ho dovuto decidere di rifiutare la diagnosi di incurabilità della reumatologa. La mia mente non mi ha neanche lasciato un nano secondo per considerarlo come un’opzione possibile.
La mia mente si è focalizzato come un missile governato da un radar sull’obiettivo Guarire.
Non avevo alcun’intenzione di accettare di vivere intrappolata a vita nella Matrix del Dolore e la mia unica paura era di non poter agire abbastanza in fretta per far sì che questo non avvenisse.
Ma ci sarebbero voluti altri anni per poter capire però fino in fondo la potenza di questa Matrix e sono sicura che se non avesse avuto la Fibromialgia, la malattia del Dolore, trovato una cura ed uscita da essa non avrei mai potuto capire. Forse sarebbe più giusto a dire che non avrei mai potuto né trovare una cura né uscire dalla malattia se non avesse iniziato ad osservare questo fenomeno d’accettazione del dolore e di questo modo non rispettoso verso sé stessi nel vivere.
E poi, come altrimenti avrei mai potuto capire la resistenza, a volte quasi totale, di molte persone nell’agire per la loro salute, Benessere e stabilità emotiva quando hanno tutto da perdere e niente da guadagnare ma rimangono intrappolati in mille meccanismi che si contorcano tra di loro che porta loro a sceglie l’inaccettabile…. Il Dolore.
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